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Sal Pichireddu
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Sal Pichireddu So there IS still a vital and creative music scene in Italy! Great stuff! Strange stuff! Excellent stuff! Favorite track: Eindao.
Tobias Tran
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Tobias Tran People might think and say this album is strange. I say it out loud: "THIS IS F****** ART!" Art is freedom and real Art comes from the heart! Clearly these amazing artists Lucien and Gianni have delivered it beautifully! Congratulations! Favorite track: Il Circo dei Normali.
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    ENG - Order now the physical album on CD. You'll get something precious: a unique edition, featuring an amazing 16-pages booklet conceived and designed by Gianni Venturi and Lucien Moreau. Purchase this special creation now and support our project. Because we believe in a world with no majors, no leaders, no diktat, no borders. We believe in self-publishing and self-producing. From us, to you. Without intermediation, nor compromise. The Special Edition CD contains a previously unreleased symphonic version of 'Eindao' as bonus track. Don't miss it!

    ITA - Ordina ora la versione in CD dell'album. Riceverai qualcosa di prezioso: un'edizione unica, contenente uno speciale opuscolo di 16 pagine, concepito e realizzato da Gianni Venturi e Lucien Moreau. Acquista ora questa straordinaria creazione e sostieni il nostro progetto. Perché noi crediamo in un mondo senza monopolizzatori, senza leader, senza diktat, senza frontiere. Crediamo nell'autoproduzione e nella pubblicazione indipendente. Da noi, a te. Senza intermediazioni. Né compromessi. L'Edizione Speciale CD contiene la versione sinfonica inedita di 'Eindao' come bonus track. Non perdertela!

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1.
Dorje Phurba 01:50
2.
Eindao 04:11
Eindao maiao mai au mai chiocondao iolao eindao Eindao maiao mai au mai chiocondao oinao Afghanistan Iraq Ruanda Jolanda mia zia ballava il tango a Sarayevo uranio impoverito arricchito il venditore senza cuore di bombe al fosforo di mine giocattolo il mondo è un barattolo pieno di merda la Bossi e Fini per palati fini Cavallo pazzo è mio fratello l'ho già detto in un altro testo scelgo di non vendere ne di comprare c'è la Bayer è da bruciare la Nestlè è da trombare e la borsa deve crollare inappartenenza al culmine sociale alzo le mani ed una è a pugno Ero in Inghilterra vendevo le mie braccia dormivo sotto i ponti non parliamo la vostra lingua che non è la lingua delle montagne ma il grido di Alce Nero il grido il grido abbiamo perso la vostra guerra e non l'abbiamo combattuta Cavallo pazzo è mio fratello l'ho già detto in un altro testo scelgo di non vendere ne di comprare c'è la Bayer è da bruciare la Nestlè è da trombare e la borsa deve crollare inappartenenza al culmine sociale alzo le mani ed una è a pugno
3.
Kaddish 05:10
(ITA) Bombe su Hiroshima bombe su Baghdad bombe su Dresda bombe su Bologna bombe su Berlino bombe su Sarajevo che grida lo stesso grido di Gaza bombe sulle barche degli immigrati bombe dal cielo nero guerra santa guerra madre guerra giusta onore patria orgoglio bandiera sventolante passo di danza passo dell'oca bombe in Afghanistan bombe nel Vietnam bombe nelle banche bombe nelle chiese che il dolore cresce che cresce che cresce dall'umano al quale l'anima decresce da Hiroshima lo stesso fuoco che arde lo stesso fascismo “Bandiera rossa la trionferà” ma dove cazzo va? Rosso è il sangue e nero il cuore della specie uomo corvo prenditi il tempo di pensare dove cazzo stai sparando? c'è anche la tua casa, la tua gente la tua famiglia le armi che usi con tanto vigore sono della stessa banca che divora il tuo arido cuore la Wall Street degli eserciti senza conflitto non c'è profitto senza conflitto non c'è profitto La genetica distorta la patata si veste da pomodoro e cresce la verdura nei chimici campi geneticamente modificati sono le stesse persone di potere che avvelenano la terra che avvelenano il mare che devastano città Senza profitto non c'è conflitto! Da Hiroshima lo stesso fuoco che arde lo stesso fascismo “Bandiera rossa la trionferà” ma dove cazzo va? Rosso è il sangue e nero il cuore della specie bombe su Hiroshima bombe su Baghdad bombe su Dresda bombe su Bologna bombe su Berlino bombe su Sarajevo che grida lo stesso grido di Gaza bombe sulle barche degli immigrati bombe dal cielo nero guerra santa guerra madre guerra giusta onore patria orgoglio bandiera sventolante passo di danza passo dell'oca bombe in Afghanistan bombe nel Vietnam bombe nelle banche bombe nelle chiese che il dolore cresce che cresce che cresce dall'umano al quale l'anima decresce senza profitto non c'è conflitto senza profitto non c'è conflitto! "il Generale era soltanto un militare fedele e non si capì perché quando diede l'ordine di sparare, un soldato senza nome, uno qualsiasi di noi si girò e gli sparò" (ENG) Bombs on Hiroshima bombs on Baghdad bombs on Dresden bombs on Bologna bombs on Berlin bombs on Sarajevo screaming the same scream of Gaza bombs on the immigrants boats bombs from the dark sky holy war mother war fair war honor motherland pride waving flag dance step goose step bombs in Afghanistan bombs in Vietnam bombs in banks bombs in churches and the pain raises, raises, increases from the human, whose soul decreases from Hiroshima the same burning fire the same fascism "red flag will triumph" where the fuck does it go? Red the blood and black the heart of the species raven-man! take your time to think what the fuck are you shooting at? don't you see? There are also your home, your people, your family the weapons you embrace with such vigor belong to the same bank which devours your dry heart the Wall Street of the armies without conflict there's no profit without conflict there's no profit without conflict there's no profit. Deformed genetics a potato dresses like a tomato and grow the vegetables in chemical grounds genetically modified the same ruling people are those who poison the Earth who poison the seas who devastate cities without conflict there's no profit without conflict there's no profit without conflict there's no profit! from Hiroshima the same burning fire the same fascism "red flag will triumph" where the fuck does it go? Red the blood and black the heart of the species bombs on Hiroshima bombs on Baghdad bombs on Dresden bombs on Bologna bombs on Berlin bombs on Sarajevo screaming the same scream of Gaza bombs on the immigrants boats bombs from the dark sky holy war mother war fair war honor motherland pride waving flag dance step goose step bombs in Afghanistan bombs in Vietnam bombs in banks bombs in churches and the pain raises, raises, increases from the human, whose soul decreases without conflict there's no profit without conflict there's no profit without conflict there's no profit! "the General was just a loyal militant and nobody understood why, when he gave the order to shoot, a simple soldier, one in a million, one of us, turned around and shoot him instead”
4.
Tigre! Tigre! Ardente e luminosa, nella foresta della notte, quale immortale mano o occhio poté dare forma alla tua terribile simmetria? In quali lontanissimi cieli bruciò il fuoco dei tuoi occhi? Su quali ali osa egli librarsi? Che cosa osa afferrare il fuoco? E quale spalla, e quale braccio riuscì a torcere le fibre del tuo cuore? E, quando il tuo cuore iniziò a battere, quale spaventosa mano, e quale spaventoso piede? Quale il martello? E quali catene? In quale fornace fu la tua mente? Quale incudine? Quale terribile presa osa afferrare il suo mortale terrore? Quando le stelle lanciavano a terra i loro dardi e inondarono il cielo con le loro lacrime sorrise vedendo il suo lavoro? Fu colui che fece l'agnello a fare te? Tigre! Tigre! Tyger! Tyger! burning bright In the forests of the night, What immortal hand or eye, Could frame thy fearful symmetry? In what distant deeps or skies. Burnt the fire of thine eyes? On what wings dare he aspire What the hand, dare seize the fire? And what shoulder, and what art, Could twist the sinews of thy heart? And when thy heart began to beat, What dread hand? and what dread feet? What the hammer? what the chain? In what furnace was thy brain? (…)
5.
Venghino signori venghino e si perdano tra luci sfavillanti e caotiche astrazioni qui nel Circo dei Normali potranno lor signori assistere ad uno spettacolo fantastico fenomeni di assoluta ed estrema normalità qui e per voi nel Circo dei Normali la vostra mente non crederà a ciò che gli occhi vedranno Abbiamo un giocatore di borsa che solo alzando la manina fa crollare interi mondi di fabbrica Abbiamo il banchiere dal sorriso torvo che compra vende sfrutta spende della vita della gente Abbiamo il razzista populista che rifiuta ridondante tracotante lo straniero Abbiamo tifosi di calcio, presentatrici suadenti e scollate sboccate sguaiate dai talk show dalle mosche parola Abbiamo i padroni dell'acqua che governano crudeli le vie della sete solo qui per voi al Circo dei Normali Abbiamo i consumatori felici di aperitivi eterni dalla vuota parola e felicità etilica Si e per voi solo questa sera politici strapagati e disonesti che razzolano come galline in parlamenti vergognosi E ci sarà il domatore di buoni propositi il trasformatore d'onestà in melma che dilaga e canterà il dittatore illuminato e cadrà la bomba intelligente Abbiamo gli esportatori di democrazia la più bella che ci sia, la tomba dimenticata di Alce Nero Abbiamo il balletto dei predicatori convincenti dalle religioni avvinghianti senza dio ne satana vuote illusorie imitazioni della vita Abbiamo il prete pedofilo che sussurra nudo alla sera la sua pena di 'meglio castrato che vivo' Qui al Circo dei Normali manco li cani la peste e l'untore la via del clamore la stoica resistenza alla cancerogena massa che dilaga branco purulento che tutto beve tutto crede desideroso di messianica voce di guida retta e sicura dell'uomo forte Ed infine noi clown che ridiamo del pianto che danziamo il silenzio che accarezziamo l'assenza che baciamo l'inattesa presenza che scrutiamo spaventati l'avvenire che il presente è assente che il trucco ci copre e la lacrima sorride con occhi rimpianto Noi clown che ci credono tuttora ancora finora alla grande semantica visione della radice e del cuore del ventre e la rosa del bacio sottile della mano carezza e della dolce brezza di un mattino il primo della specie nuova che pure l'anima antica si rinnova Grazie Eugenio per avere diretto il coro e grazie a me d'esser stato perlomeno una voce in questo spaventoso silenzio che grida!
6.
Rivoluzione 05:12
Non futuro nel passato ora io vedo la mia intima essenza partecipante che sale delirio di popoli asserragliati in un eremo di autarchia disgregante Converso in silenzio con l’onda massificata massificante che si snoda per le vie come virus cancerogeno imbrancato e pecorante belante allucinante. Aria mefitica entropica asmatica Ho iniziato quasi per caso a scollarmi la pelle ed è morbida la sottopelle rossa la vena che pulsa Non esistenza assistenza, fogna la bocca baciata dal dio del controllo, non limite osceno non limite alieno non limite alcuno, ognuno, nessuno Officiante il rito della preghiera arcaica al dio del superego Mentre mi delizio, non posso che farlo, così sottile è la delizia che spanna la via Avanza un esercito di carogne ululanti, avanza compatto come melma dilagante Tu non puoi continuare a governare formiche con tallone fascista! Tu non puoi rantolare piombo e liquami velenosi nei cappuccini degli impiegati grigi che occupano sgabelli consunti in banche squallide e maledette Tu devi incendiare la banca! Tu devi bruciare la chiesa! Tu devi con la tua faccia fermare le bombe! Tu devi svegliarti! Devi farlo nel nome del dio del rifiuto! Ah ma io lo so che diventerò pallottola Io so che diventerò una bomba So che diventerò tempesta So che mi strapperò il cuore ad ogni lacrima di bimbo, e ne farò una spada! Dov'è la rivoluzione? Dov'è Il grande cambiamento? Nella pelle squamosa del serpente? C'è tutto un deserto che traspare dal viso incartapecorito Dell'uomo che governa la teoria del controllo tracollo Io sono un cazzo di gallina che sbatte le ali ma non spicca il volo, razzolo tra formiche che continuano a costruire senza senso Le cose tanto amate giacciono in una discarica infinita e dilagante Le case amate costruite arredate sono polvere e pietra disgregata Le auto un tempo luccicanti e ruggenti bloccate senza carburante Lo stato mi chiede più denaro di quanto mai riuscirò ad averne Attraverso le campagne sventrate dalla macchina di ferro E la verdura non costa un cazzo al mercato I contadini s'arrabattano avvelenando la mia terra, per cosa? Cosa resterà di questo osceno tempo? L'asfalto che soffoca l'erba? Le grandi ciminiere? Cosa cazzo resterà di noi pecore belanti? Se i profondi si unissero, se i rifiutanti, i rivoluzionanti, gli amanti si unissero Voglio che i miei occhi possano guardare il sole senza bruciarsi Ma tu massa brulicante, tu branco desiderante tu che governi anche il mio futuro ed il futuro del figlio che non ho Tu massa spaventosa e spaventante, ti prego disgregati! Disgregati
7.
8.
Vago tra le ombre della notte sorseggio aria mefitica e squamosa incontro gente assorta persa in un dilagante nulla che spreme ghiaccio dalle vene Cerco disperato come un grillo che salta e predice un anima persa nell'ombra silente che giunge punge la schiena assolata gelata sfiorata E poi nell’incontro dire cose desuete del tipo l'amore che sorge ad est dire amore che sia amore di stelle e baci e occhi di sogno sottile marea che striscia e avanza Danza l'anima, l'anima e la memoria del bimbo che ride nelle campagne materne Oh la mia presunta animosità che sottile mi veste di sogni sconvolgenti e paesaggi dello spirito che si confonde nell'anima persa Dimmi dell'amore perduto del bacio sottile della mano sfiorante del sorriso dilagante del dio delle felci del padre senza figli e la madre che ride e danza la mattina solenne respiro della quiete Vago in una città che la notte è cupa e solitaria che gente si stende come la marea melmosa che si scontra di giorno di sera che l'anima assorbe l’energia e se ne nutre Anima mia solitudine di mondo stracolmo di nulla che avanza e riempie le mura grondanti di questa stanza priva dell’amore sognato desiderato ambito e mai dimenticato Dimmi dell'amore perduto del bacio sottile della mano sfiorante del sorriso dilagante del dio delle felci del padre senza figli e la madre che ride e danza la mattina solenne respiro della quiete Sono perso all’interno di un utopia che se ne esco mi svesto dell'essere che scorge l'avere come mefitica forma del dissuadere Ed è così che al culmine mi spoglio del retaggio divento bimbo e sorrido danzando tra stelle filanti e anime sfioranti melodia che sale sinfonia in divenire e neve nel deserto
9.
Sono sere decisamente lunghe, spazio riservato al cupo navigare Notte Avevo l’idea vaga di che fosse vivere in un tempo in cui mi svestivo Nudo Mia amata che scivoli dal tuo seno di gomma e labbra dure come sasso Entro Esplorando caverna di ghiaccio e fuoco antica forma d’amore rubato Scossa Tremito dovrei dire godere o scordare o semplicemente andare oltre Dove? Smuovo cose lente forme vacue sospiro aggrappato allo specchio Io La faccia vecchia di racconti davanti al fuoco ricordi di un tempo vago So leccare una notte intera aggrappato al sapore di lei la donna sfera Sa chiavare o perlomeno spruzzare sangue caldo dal suo ventre di sposa Credevo fosse amore respirando ansimando arrotolato alla sua lingua Ma le tue carezze sono ghiaccio fuso dietro alla porta in attesa Comunque mia musa il tuo nome si è perso in un mattino rosso fuoco Ho lasciato la notte tra lenzuola avvolgenti e grigie di vecchio condominio Ho incontrato la signora Alberti che sputando e tossendo mi ha detto del giorno Fuori dal portone, un giorno intero ancora da vivere e chissà come farlo Dal cappuccino schiumante e velenoso ai piedi del bancone dove cadaveri s’incontrano e conversano di nulla, senza luce da occhi spenti questa è la mia città, questo è il mio cazzo di mondo Dove stronzi cattivi odiano con rancore Dove persone piccole e stupide amano l’uomo forte o messia cattoliche forme di cancro Sgambettano ansiose, ma linde e pulite dall’anima nera o camicia Al diavolo voglio scendere dal treno che corre in vacanza a Baghdad Bambini figli anche miei credo soffrano d’occidente e di borsa che stritola La verdura cresce la pensione cala ho l’artrite la sciatica non ho dio Nemmeno il diavolo ho le palle piene strapiene il cuore gonfio che salta La melodia orizzontale o armonia verticale pranzo mensa rumore di stomaci pieni lavoro scambi di denaro che manca tasse bollette da pagare MIA MADRE! Mia madre era una bambina di fragola Mio padre un tango sincero Mia nonna sorriso colomba Mio nonno la memoria della specie Mia madre danzava nell’aia Le oche ridevano alla luce Mio figlio era in divenire Mai giunto del resto Mia moglie perduta nel vortice della vita La porta si è chiusa su cosa? Dietro a cosa? Nel frattempo un lampione giallo catarro Zanzare veleno danzano da fioca luce Una porta che è casa Entro Notte
10.
Assorbendo il senso della frequenza, nota sublime attraversando il ponte dei passi perduti nel vortice di una sottile danza Una danza di anime che scivolano tra le ere involucri che si consumano la sinfonia è in divenire note scrosciano come numeri primi nel poema dell’assoluto La città dai tramonti perenni che l’alba tace lontana La città dalle strade strette e cappuccini bollenti La città che ha smesso di cantare Abbarbicata in torri d’ombra la massa dilagante Silenzi così possenti che s’inerpicano selvaggi aggrappati ad aperitivi danzanti come l’oppio della mente Come sangue rosso di sera la frequenza vibra sublime Metallo sulla pelle La frusta che colpisce L’aridità la neutralità La negazione dei numeri primi La mediocrità della cifra MOLOCH MOLOCH Tecnocrazia, la fabbrica Sveglia uscire lavorare produrre migliorare Incontrarsi far carriera toccarsi essere tanti Amarsi se c’è tempo MOLOCH MOLOCH
11.
La Soluzione 04:16
Prendi il tuo soldino e lo porti nella banchina ti accorgerai che un semplice soldino diverrà come per magia un investimentino per il tuo precario futurino e quando crescerai giocherai con la borsina alzerai la manina a crolleranno mondi di fabbrichina Compra su compra giù ma chi? O cosa? Che conta? La banchina è buona La banchina è bella La banchina è come una sorella Si occupa di te di te di me e di te e di me Non ti devi allarmare se la foresta vedrai bruciare Non ti devi preoccupare del veleno riversato in mare E se nel tuo pomodoro c’è una scoria radioattiva ti ci abituerai Gli operai si lamentano sempre I disoccupati non realizzano che l’ozio allarga la mente Il governino è buono Il governino lavora per te E di meglio credimi non c’è La terra grida ad un cielo assente Lo strazio osceno di un progresso demente Ed il deserto avanza opprimente Di popoli astuti che soffrono Troppo rumorosamente Vai nella chiesina che ospita la banchina O la banchina che si occupa della chiesina Se l’ospedale crolla Se la scuola crolla Se la pasta scuoce Se l’inverno dell’anima non vede sole Che conta? La banchina ha la soluzione La borsa ha la soluzione La chiesa ha la soluzione Un gruppo poco numeroso di persone Ha deciso giustamente di eliminare Una parte della gente Siamo troppi – questo è il motto di coloro che si dividono la torta anche se marcia E dunque la banchina, la chiesina, la terra dei fuochi I buoni sono pochi Siamo soli in questo mare a naufragare Alla ricerca di una speranza che tarda ad arrivare
12.
Le cose attorno a noi a volte vellutano le stelle Come baci sulla pelle Dentro nell’ombra c’è sempre rannicchiato come bimbo in attesa Un sottile chicco di luce sorpresa Tutto si evolve anche il dolore della gente Si trasforma in rabbia o in amore sorgente La madre guarda il figlio e lo sogna domani Mentre a lato l’uomo coniglio Sfugge allo stesso domani La grande rivoluzione è l’attesa silenziosa Il canto armonico del silenzio La grande rivoluzione è l’assenza di velocità La lentezza dell’amore, la fine del grido Al funerale di mia madre c’erano migliaia di persone che cantavano Sono zingaro, come l’amore che conosco Un amore che viaggia che vola tra le stelle Un amore intenso che colora la pelle Di fragile ambrata essenza di cielo
13.
Qohèlet 06:11
Io che sono il tutto di me, il niente Sono tutto e niente Sono mente Io sono un raggio di sole, l’aurora, la nebbia nelle campagne Che nasconde la forma Il mutaforma Io sono mio fratello, mio padre Io sono mia madre che sorseggia lacrime amare Sono l’amare del dolce risveglio Tutto e niente Tutto il niente che deborda Da occhi ghiaccio e io giaccio Proteso all’interno di me Sono il silenzio che sfreccia La freccia nel cuore del mercante di sale Sono martire a Sarajevo Sono la sabbia dell’Iraq Sono il velo della vergine Sono la rivolta del divenire O l’assurda straziante via del proseguire Dalle stelle solo ghiaccio bollente Dal cielo silenzio opprimente Dalla gente che s’imbranca belante Schiuma nulla dilagante La neve la neve la nave che solca mari Di tempesta amichevole D’uragano compiacente Tutto e niente, il bacio, la carezza Tutto e niente, la promessa degli amanti E così ebbro d’assenza In tono con l’onda dell’eterea presenza D’un segnale del tempo mancante L’anello che unisce la specie belante Allo struzzo che nascosta la testa Contende lo spazio a formiche E la danza, le risa, il giubilo, che tutto sale Tutto sale come un canto dissonante Mamma che dal tuo candore Ho visto germogliare la rosa Babbo dalla forte mano carezza Le labbra serrate di bimbo Sulla tavola imbandita di niente Io sono ancora immerso in me Che la strada pare finire Ed il confine un dirupo fiammeggiante Tutto è niente ed il niente è tutto Sono la rivolta del divenire O l’assurda straziante via del proseguire Dalle stelle solo ghiaccio bollente Dal cielo silenzio opprimente Ed ecco pare spegnersi la luce Che già fioca luminava il nero D’un cielo petrolio buio Pure la nota sibilante trattiene l’accordo che si forma Tutto tace, tutto tace Pure il coro grondante ammutolita voce Il guitto perso ha il riso Il saggio non ha di che dire Dal palco ridondante si è fermata l’orchestra Il niente come virus avanza Dal pulpito nemmeno il monaco ha pace Il niente è nelle mani della gente Il niente è nelle parole inutili, nei gesti fuori tempo Il niente è negli occhi del politico petulante Il niente d’un governo che avanza e dell’altro che s’allontana Il niente della pace Il niente della promessa Il niente dell’acqua Il niente deserto Ora in questa ora in cui lentamente mi riconosco Osservo la mia mano della carezza Sfioro le labbra dei baci perduti Mi siedo sull’argine del mio pensiero E rammento l’amore Quello dato quello ricevuto E quello che non ho dato ma che avrei potuto dare
14.
Libera la follia libera la poesia schiava di catene neuronali alta a babordo la sinfonica astratta visione del vuoto assoluto e la nave prosegue la via senza mare fili che reggono il pendolo entropico che oscilla fermo fermo – stop Libera la follia che la via appare distonica come infranta la via armonica mondi in dissolvenza si dissolve la scena tronfia dell'apparenza Io egoico egante sospirante alienante io che appaio specchiato specchio di luce il dio che produce scorte su scorte di nulla Mi sono vestito con scaglie di cielo in una notte sfarzosa e luminante lustrini e giubilo dal viso spento e vuoto del serpente che sorride astratto nel senso compatto ma se vivo non lo so se vivo non lo so se vivo non lo so Alienami amore di baci e terrore alienami amore di mani e stupore alienami amore di te e di me alienami amore dal torpore velenoso Chiedo perdono al grillo che saltare non può più tra fili d'erba bruciati dal chimico debordare di veleno nel mare perdono chiedo alla formica perdono chiedo alla zebra perdono chiedo alla giraffa perdono chiedo alla sete che acqua finisce perdono chiedo alla tigre del bengala E mi rivesto con sprazzi di blu intenso colore la campagna sparita nel nero l'industria lavora la pietra con cuore di pietra Libera la follia dalla gabbia della mente dalle sbarre conformiste del mediocre cammino dell'assurdo non vedere che lo schermo non raccoglie il reale dolore Ed io sono vivo non lo so sono vivo non lo so
15.
Lo sciamano della terra che alti scopre i canti del canto dell'ontano sussurrano le pietre alla dea del fiume che ravviva l’orizzonte questa terra è la mia terra di granitica memoria Lo sciamano della terra che alti scopre i canti questa terra è la mia terra dal silenzio circolare Lo sciamano della terra che alti scopre i canti

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Something For The Weekend? (Raimond Fischbach) - Review (ENG)
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Nonsolo Progrock (Massimo Salari) - Review (ITA)
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Babyblaue - Seiten (Thomas Kohlruss) - Review (DEU)
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Athos di MAT2020 (Athos Enrile) - Review / Interview (ITA)
athosenrile.blogspot.it/2016/03/gianni-venturi-lucien-moreau-moloch.html

Outsiders (Raffaella Ceres) - Interview (ITA)
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Listone Magazine (Sara Macchi) - Interview (ITA)
www.listonemag.it/2016/04/21/playlistone-lucien-moreau/

A Miscellany Of Tasteful... (Rudy Carrera) - Review (ENG)
amiscellany.info/blog/2016/05/24/music-gianni-venturi-lucien-moreau-moloch/

Radio Onda d'Urto - Audio Interview (ITA)
baraonda.radiondadurto.org/2016/07/13/intervista-moloch-lunedi-2-maggio-16/

Distorsioni (Alessandro Freschi) - Review (ITA)
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C'era una volta il rock (Riccardo Storti) - Review (ITA)
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OUTsiders Webzine (Claudia Gugliuzza) - Photosession
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Rockit Webzine (Mauro Titanio) - Review (ITA)
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IndiePerCui Webzine (Marco Zordan) - Review (ITA)
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Jesusmile Fanzine (Clov) - Review (ITA)
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credits

released February 7, 2016

Composed and performed by Gianni Venturi & Lucien Moreau.

Gianni "Jonathan" Venturi – voice and vocals
Lucien Moreau – music composition

Featuring Alice Lobo – vocals
Featuring Chiara Megan Munari – vocals

Federico Viola – additional electronics / effects

Recorded and mixed by Federico Viola
at Animal House Studio

Photos by Simone Anomalia Furia

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Moloch Ferrara, Italy

Art. Music. Poetry. MOLOCH is the conjunction point between two artists and their visions. A collaborative work about the concepts of capitalism, humankind, ancient cultures, freedom, with an eastern flavor and a hint of madness. But also a due tribute to great icons, such as Allen Ginsberg and William Blake. Electronic orchestral music meets poetry and words with a strong cinematic result. ... more

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