1. |
Dorje Phurba
01:50
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2. |
Eindao
04:11
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Eindao maiao mai au mai chiocondao iolao eindao
Eindao maiao mai au mai chiocondao oinao
Afghanistan Iraq Ruanda Jolanda
mia zia ballava il tango
a Sarayevo uranio impoverito
arricchito il venditore senza cuore
di bombe al fosforo
di mine giocattolo
il mondo è un barattolo
pieno di merda
la Bossi e Fini
per palati fini
Cavallo pazzo è mio fratello
l'ho già detto in un altro testo
scelgo di non vendere ne di comprare
c'è la Bayer è da bruciare
la Nestlè è da trombare
e la borsa deve crollare
inappartenenza al culmine sociale
alzo le mani ed una è a pugno
Ero in Inghilterra
vendevo le mie braccia
dormivo sotto i ponti
non parliamo la vostra lingua
che non è la lingua delle montagne
ma il grido di Alce Nero il grido il grido
abbiamo perso la vostra guerra
e non l'abbiamo combattuta
Cavallo pazzo è mio fratello
l'ho già detto in un altro testo
scelgo di non vendere ne di comprare
c'è la Bayer è da bruciare
la Nestlè è da trombare
e la borsa deve crollare
inappartenenza al culmine sociale
alzo le mani ed una è a pugno
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3. |
Kaddish
05:10
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(ITA)
Bombe su Hiroshima
bombe su Baghdad
bombe su Dresda
bombe su Bologna
bombe su Berlino
bombe su Sarajevo che grida
lo stesso grido di Gaza
bombe sulle barche degli immigrati
bombe dal cielo nero
guerra santa
guerra madre
guerra giusta
onore patria
orgoglio
bandiera sventolante
passo di danza
passo dell'oca
bombe in Afghanistan
bombe nel Vietnam
bombe nelle banche
bombe nelle chiese
che il dolore cresce che cresce che cresce
dall'umano al quale l'anima decresce
da Hiroshima lo stesso fuoco che arde
lo stesso fascismo
“Bandiera rossa la trionferà”
ma dove cazzo va?
Rosso è il sangue e nero il cuore della specie
uomo corvo prenditi il tempo di pensare
dove cazzo stai sparando?
c'è anche la tua casa, la tua gente la tua famiglia
le armi che usi con tanto vigore
sono della stessa banca che divora il tuo arido cuore
la Wall Street degli eserciti
senza conflitto non c'è profitto
senza conflitto non c'è profitto
La genetica distorta
la patata si veste da pomodoro e cresce la verdura nei chimici campi
geneticamente modificati
sono le stesse persone di potere
che avvelenano la terra
che avvelenano il mare
che devastano città
Senza profitto non c'è conflitto!
Da Hiroshima lo stesso fuoco che arde
lo stesso fascismo
“Bandiera rossa la trionferà”
ma dove cazzo va?
Rosso è il sangue e nero il cuore della specie
bombe su Hiroshima
bombe su Baghdad
bombe su Dresda
bombe su Bologna
bombe su Berlino
bombe su Sarajevo che grida
lo stesso grido di Gaza
bombe sulle barche degli immigrati
bombe dal cielo nero
guerra santa
guerra madre
guerra giusta
onore patria
orgoglio
bandiera sventolante
passo di danza
passo dell'oca
bombe in Afghanistan
bombe nel Vietnam
bombe nelle banche
bombe nelle chiese
che il dolore cresce che cresce che cresce
dall'umano al quale l'anima decresce
senza profitto non c'è conflitto
senza profitto non c'è conflitto!
"il Generale era soltanto un militare fedele e non si capì perché quando diede l'ordine di sparare, un soldato senza nome, uno qualsiasi di noi si girò e gli sparò"
(ENG)
Bombs on Hiroshima
bombs on Baghdad
bombs on Dresden
bombs on Bologna
bombs on Berlin
bombs on Sarajevo screaming
the same scream of Gaza
bombs on the immigrants boats
bombs from the dark sky
holy war
mother war
fair war
honor motherland
pride
waving flag
dance step
goose step
bombs in Afghanistan
bombs in Vietnam
bombs in banks
bombs in churches
and the pain raises, raises, increases
from the human, whose soul decreases
from Hiroshima the same burning fire
the same fascism
"red flag will triumph"
where the fuck does it go?
Red the blood and black the heart of the species
raven-man! take your time to think
what the fuck are you shooting at?
don't you see? There are also your home, your people, your family
the weapons you embrace with such vigor
belong to the same bank which devours your dry heart
the Wall Street of the armies
without conflict there's no profit
without conflict there's no profit
without conflict there's no profit.
Deformed genetics
a potato dresses like a tomato
and grow the vegetables in chemical grounds
genetically modified
the same ruling people are those
who poison the Earth
who poison the seas
who devastate cities
without conflict there's no profit
without conflict there's no profit
without conflict there's no profit!
from Hiroshima the same burning fire
the same fascism
"red flag will triumph"
where the fuck does it go?
Red the blood and black the heart of the species
bombs on Hiroshima
bombs on Baghdad
bombs on Dresden
bombs on Bologna
bombs on Berlin
bombs on Sarajevo screaming
the same scream of Gaza
bombs on the immigrants boats
bombs from the dark sky
holy war
mother war
fair war
honor motherland
pride
waving flag
dance step
goose step
bombs in Afghanistan
bombs in Vietnam
bombs in banks
bombs in churches
and the pain raises, raises, increases
from the human, whose soul decreases
without conflict there's no profit
without conflict there's no profit
without conflict there's no profit!
"the General was just a loyal militant and nobody understood why, when he gave the order to shoot, a simple soldier, one in a million, one of us, turned around and shoot him instead”
|
||||
4. |
|
|||
Tigre! Tigre! Ardente e luminosa,
nella foresta della notte,
quale immortale mano o occhio
poté dare forma alla tua terribile simmetria?
In quali lontanissimi cieli
bruciò il fuoco dei tuoi occhi?
Su quali ali osa egli librarsi?
Che cosa osa afferrare il fuoco?
E quale spalla, e quale braccio
riuscì a torcere le fibre del tuo cuore?
E, quando il tuo cuore iniziò a battere,
quale spaventosa mano, e quale spaventoso piede?
Quale il martello? E quali catene?
In quale fornace fu la tua mente?
Quale incudine? Quale terribile presa
osa afferrare il suo mortale terrore?
Quando le stelle lanciavano a terra i loro dardi
e inondarono il cielo con le loro lacrime
sorrise vedendo il suo lavoro?
Fu colui che fece l'agnello a fare te?
Tigre! Tigre!
Tyger! Tyger! burning bright
In the forests of the night,
What immortal hand or eye,
Could frame thy fearful symmetry?
In what distant deeps or skies.
Burnt the fire of thine eyes?
On what wings dare he aspire
What the hand, dare seize the fire?
And what shoulder, and what art,
Could twist the sinews of thy heart?
And when thy heart began to beat,
What dread hand? and what dread feet?
What the hammer? what the chain?
In what furnace was thy brain? (…)
|
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5. |
Il Circo dei Normali
05:28
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Venghino signori venghino
e si perdano tra luci sfavillanti
e caotiche astrazioni
qui nel Circo dei Normali
potranno lor signori assistere ad uno spettacolo fantastico
fenomeni di assoluta ed estrema normalità
qui e per voi nel Circo dei Normali
la vostra mente non crederà a ciò
che gli occhi vedranno
Abbiamo un giocatore di borsa che solo alzando la manina
fa crollare interi mondi di fabbrica
Abbiamo il banchiere dal sorriso torvo
che compra vende sfrutta spende
della vita della gente
Abbiamo il razzista populista
che rifiuta ridondante tracotante
lo straniero
Abbiamo tifosi di calcio, presentatrici suadenti e scollate
sboccate sguaiate dai talk show dalle mosche parola
Abbiamo i padroni dell'acqua che governano crudeli le vie della sete
solo qui per voi al Circo dei Normali
Abbiamo i consumatori felici di aperitivi eterni
dalla vuota parola e felicità etilica
Si e per voi solo questa sera politici strapagati
e disonesti che razzolano come galline
in parlamenti vergognosi
E ci sarà il domatore di buoni propositi
il trasformatore d'onestà in melma che dilaga
e canterà il dittatore illuminato
e cadrà la bomba intelligente
Abbiamo gli esportatori di democrazia
la più bella che ci sia,
la tomba dimenticata di Alce Nero
Abbiamo il balletto dei predicatori convincenti
dalle religioni avvinghianti
senza dio ne satana
vuote illusorie imitazioni della vita
Abbiamo il prete pedofilo
che sussurra nudo alla sera
la sua pena di 'meglio castrato che vivo'
Qui al Circo dei Normali
manco li cani
la peste e l'untore
la via del clamore
la stoica resistenza
alla cancerogena massa che dilaga
branco purulento
che tutto beve tutto crede
desideroso di messianica voce
di guida retta e sicura
dell'uomo forte
Ed infine noi clown
che ridiamo del pianto
che danziamo il silenzio
che accarezziamo l'assenza
che baciamo l'inattesa presenza
che scrutiamo spaventati l'avvenire
che il presente è assente
che il trucco ci copre e la lacrima sorride
con occhi rimpianto
Noi clown che ci credono tuttora
ancora finora
alla grande semantica visione
della radice e del cuore
del ventre e la rosa
del bacio sottile
della mano carezza
e della dolce brezza di un mattino
il primo della specie nuova
che pure l'anima antica si rinnova
Grazie Eugenio per avere diretto il coro
e grazie a me d'esser stato perlomeno una voce
in questo spaventoso silenzio che grida!
|
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6. |
Rivoluzione
05:12
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Non futuro nel passato
ora io vedo la mia intima essenza partecipante
che sale delirio di popoli asserragliati
in un eremo di autarchia disgregante
Converso in silenzio con l’onda massificata massificante
che si snoda per le vie
come virus cancerogeno imbrancato e pecorante belante allucinante.
Aria mefitica entropica asmatica
Ho iniziato quasi per caso a scollarmi la pelle
ed è morbida la sottopelle rossa la vena che pulsa
Non esistenza assistenza, fogna la bocca baciata dal dio del controllo,
non limite osceno non limite alieno non limite alcuno, ognuno, nessuno
Officiante il rito della preghiera arcaica al dio del superego
Mentre mi delizio, non posso che farlo,
così sottile è la delizia che spanna la via
Avanza un esercito di carogne ululanti,
avanza compatto come melma dilagante
Tu non puoi continuare a governare formiche con tallone fascista!
Tu non puoi rantolare piombo e liquami velenosi
nei cappuccini degli impiegati grigi
che occupano sgabelli consunti in banche squallide e maledette
Tu devi incendiare la banca!
Tu devi bruciare la chiesa!
Tu devi con la tua faccia fermare le bombe!
Tu devi svegliarti!
Devi farlo nel nome del dio del rifiuto!
Ah ma io lo so che diventerò pallottola
Io so che diventerò una bomba
So che diventerò tempesta
So che mi strapperò il cuore ad ogni lacrima di bimbo,
e ne farò una spada!
Dov'è la rivoluzione? Dov'è Il grande cambiamento?
Nella pelle squamosa del serpente?
C'è tutto un deserto che traspare dal viso incartapecorito
Dell'uomo che governa la teoria del controllo tracollo
Io sono un cazzo di gallina che sbatte le ali ma non spicca il volo,
razzolo tra formiche che continuano a costruire senza senso
Le cose tanto amate giacciono in una discarica infinita e dilagante
Le case amate costruite arredate sono polvere e pietra disgregata
Le auto un tempo luccicanti e ruggenti bloccate senza carburante
Lo stato mi chiede più denaro di quanto mai riuscirò ad averne
Attraverso le campagne sventrate dalla macchina di ferro
E la verdura non costa un cazzo al mercato
I contadini s'arrabattano avvelenando la mia terra, per cosa?
Cosa resterà di questo osceno tempo?
L'asfalto che soffoca l'erba? Le grandi ciminiere?
Cosa cazzo resterà di noi pecore belanti?
Se i profondi si unissero,
se i rifiutanti, i rivoluzionanti, gli amanti si unissero
Voglio che i miei occhi possano guardare il sole senza bruciarsi
Ma tu massa brulicante, tu branco desiderante
tu che governi anche il mio futuro
ed il futuro del figlio che non ho
Tu massa spaventosa e spaventante,
ti prego disgregati!
Disgregati
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7. |
Satori, ft. Alice Lobo
04:11
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8. |
Anime Erranti
04:41
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||
Vago tra le ombre della notte
sorseggio aria mefitica e squamosa
incontro gente assorta persa
in un dilagante nulla che spreme ghiaccio dalle vene
Cerco disperato come un grillo
che salta e predice un anima persa
nell'ombra silente che giunge punge
la schiena assolata gelata sfiorata
E poi nell’incontro dire cose desuete
del tipo l'amore che sorge ad est
dire amore che sia amore di stelle e baci e occhi di sogno
sottile marea che striscia e avanza
Danza l'anima, l'anima e la memoria
del bimbo che ride nelle campagne materne
Oh la mia presunta animosità
che sottile mi veste di sogni sconvolgenti
e paesaggi dello spirito che si confonde nell'anima persa
Dimmi dell'amore perduto del bacio sottile
della mano sfiorante del sorriso dilagante
del dio delle felci
del padre senza figli
e la madre che ride e danza la mattina
solenne respiro della quiete
Vago in una città che la notte è cupa e solitaria
che gente si stende come la marea melmosa
che si scontra di giorno di sera
che l'anima assorbe l’energia e se ne nutre
Anima mia solitudine di mondo
stracolmo di nulla che avanza
e riempie le mura grondanti di questa stanza
priva dell’amore sognato
desiderato ambito e mai dimenticato
Dimmi dell'amore perduto del bacio sottile
della mano sfiorante del sorriso dilagante
del dio delle felci
del padre senza figli
e la madre che ride e danza la mattina
solenne respiro della quiete
Sono perso all’interno di un utopia che se ne esco
mi svesto dell'essere che scorge l'avere
come mefitica forma del dissuadere
Ed è così che al culmine mi spoglio del retaggio
divento bimbo e sorrido
danzando tra stelle filanti e anime sfioranti
melodia che sale
sinfonia in divenire
e neve nel deserto
|
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9. |
|
|||
Sono sere decisamente lunghe, spazio riservato al cupo navigare
Notte
Avevo l’idea vaga di che fosse vivere in un tempo in cui mi svestivo
Nudo
Mia amata che scivoli dal tuo seno di gomma e labbra dure come sasso
Entro
Esplorando caverna di ghiaccio e fuoco antica forma d’amore rubato
Scossa
Tremito dovrei dire godere o scordare o semplicemente andare oltre
Dove?
Smuovo cose lente forme vacue sospiro aggrappato allo specchio
Io
La faccia vecchia di racconti davanti al fuoco ricordi di un tempo vago
So leccare una notte intera aggrappato al sapore di lei la donna sfera
Sa chiavare o perlomeno spruzzare sangue caldo dal suo ventre di sposa
Credevo fosse amore respirando ansimando arrotolato alla sua lingua
Ma le tue carezze sono ghiaccio fuso dietro alla porta in attesa
Comunque mia musa il tuo nome si è perso in un mattino rosso fuoco
Ho lasciato la notte tra lenzuola avvolgenti e grigie di vecchio condominio
Ho incontrato la signora Alberti che sputando e tossendo mi ha detto del giorno
Fuori dal portone, un giorno intero ancora da vivere e chissà come farlo
Dal cappuccino schiumante e velenoso ai piedi del bancone dove cadaveri
s’incontrano e conversano di nulla, senza luce da occhi spenti questa è la mia città, questo è il mio cazzo di mondo
Dove stronzi cattivi odiano con rancore
Dove persone piccole e stupide amano l’uomo forte o messia cattoliche forme di cancro
Sgambettano ansiose, ma linde e pulite dall’anima nera o camicia
Al diavolo voglio scendere dal treno che corre in vacanza a Baghdad
Bambini figli anche miei credo soffrano d’occidente e di borsa che stritola
La verdura cresce la pensione cala ho l’artrite la sciatica non ho dio
Nemmeno il diavolo ho le palle piene strapiene il cuore gonfio che salta
La melodia orizzontale o armonia verticale pranzo mensa rumore di stomaci pieni lavoro scambi di denaro che manca tasse bollette da pagare
MIA MADRE!
Mia madre era una bambina di fragola
Mio padre un tango sincero
Mia nonna sorriso colomba
Mio nonno la memoria della specie
Mia madre danzava nell’aia
Le oche ridevano alla luce
Mio figlio era in divenire
Mai giunto del resto
Mia moglie perduta nel vortice della vita
La porta si è chiusa su cosa?
Dietro a cosa?
Nel frattempo un lampione giallo catarro
Zanzare veleno danzano da fioca luce
Una porta che è casa
Entro
Notte
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10. |
Urlo (La Frequenza)
05:56
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Assorbendo il senso della frequenza, nota sublime
attraversando il ponte dei passi perduti
nel vortice di una sottile danza
Una danza di anime che scivolano tra le ere
involucri che si consumano
la sinfonia è in divenire note scrosciano
come numeri primi nel poema dell’assoluto
La città dai tramonti perenni che l’alba tace lontana
La città dalle strade strette e cappuccini bollenti
La città che ha smesso di cantare
Abbarbicata in torri d’ombra la massa dilagante
Silenzi così possenti che s’inerpicano selvaggi
aggrappati ad aperitivi danzanti come l’oppio della mente
Come sangue rosso di sera la frequenza vibra sublime
Metallo sulla pelle
La frusta che colpisce
L’aridità la neutralità
La negazione dei numeri primi
La mediocrità della cifra
MOLOCH MOLOCH
Tecnocrazia, la fabbrica
Sveglia uscire lavorare produrre migliorare
Incontrarsi far carriera toccarsi essere tanti
Amarsi se c’è tempo
MOLOCH MOLOCH
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11. |
La Soluzione
04:16
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||
Prendi il tuo soldino e lo porti nella banchina
ti accorgerai che un semplice soldino diverrà come per magia
un investimentino per il tuo precario futurino
e quando crescerai giocherai con la borsina
alzerai la manina a crolleranno mondi di fabbrichina
Compra su compra giù ma chi? O cosa? Che conta?
La banchina è buona
La banchina è bella
La banchina è come una sorella
Si occupa di te di te di me e di te e di me
Non ti devi allarmare se la foresta vedrai bruciare
Non ti devi preoccupare del veleno riversato in mare
E se nel tuo pomodoro c’è una scoria radioattiva ti ci abituerai
Gli operai si lamentano sempre
I disoccupati non realizzano che l’ozio allarga la mente
Il governino è buono
Il governino lavora per te
E di meglio credimi non c’è
La terra grida ad un cielo assente
Lo strazio osceno di un progresso demente
Ed il deserto avanza opprimente
Di popoli astuti che soffrono
Troppo rumorosamente
Vai nella chiesina che ospita la banchina
O la banchina che si occupa della chiesina
Se l’ospedale crolla
Se la scuola crolla
Se la pasta scuoce
Se l’inverno dell’anima non vede sole
Che conta?
La banchina ha la soluzione
La borsa ha la soluzione
La chiesa ha la soluzione
Un gruppo poco numeroso di persone
Ha deciso giustamente di eliminare
Una parte della gente
Siamo troppi – questo è il motto di coloro
che si dividono la torta anche se marcia
E dunque la banchina, la chiesina, la terra dei fuochi
I buoni sono pochi
Siamo soli in questo mare a naufragare
Alla ricerca di una speranza che tarda ad arrivare
|
||||
12. |
|
|||
Le cose attorno a noi a volte vellutano le stelle
Come baci sulla pelle
Dentro nell’ombra c’è sempre rannicchiato come bimbo in attesa
Un sottile chicco di luce sorpresa
Tutto si evolve anche il dolore della gente
Si trasforma in rabbia o in amore sorgente
La madre guarda il figlio e lo sogna domani
Mentre a lato l’uomo coniglio
Sfugge allo stesso domani
La grande rivoluzione è l’attesa silenziosa
Il canto armonico del silenzio
La grande rivoluzione è l’assenza di velocità
La lentezza dell’amore, la fine del grido
Al funerale di mia madre c’erano migliaia di persone che cantavano
Sono zingaro, come l’amore che conosco
Un amore che viaggia che vola tra le stelle
Un amore intenso che colora la pelle
Di fragile ambrata essenza di cielo
|
||||
13. |
Qohèlet
06:11
|
|
||
Io che sono il tutto di me, il niente
Sono tutto e niente
Sono mente
Io sono un raggio di sole, l’aurora, la nebbia nelle campagne
Che nasconde la forma
Il mutaforma
Io sono mio fratello, mio padre
Io sono mia madre che sorseggia lacrime amare
Sono l’amare del dolce risveglio
Tutto e niente
Tutto il niente che deborda
Da occhi ghiaccio e io giaccio
Proteso all’interno di me
Sono il silenzio che sfreccia
La freccia nel cuore del mercante di sale
Sono martire a Sarajevo
Sono la sabbia dell’Iraq
Sono il velo della vergine
Sono la rivolta del divenire
O l’assurda straziante via del proseguire
Dalle stelle solo ghiaccio bollente
Dal cielo silenzio opprimente
Dalla gente che s’imbranca belante
Schiuma nulla dilagante
La neve la neve la nave che solca mari
Di tempesta amichevole
D’uragano compiacente
Tutto e niente, il bacio, la carezza
Tutto e niente, la promessa degli amanti
E così ebbro d’assenza
In tono con l’onda dell’eterea presenza
D’un segnale del tempo mancante
L’anello che unisce la specie belante
Allo struzzo che nascosta la testa
Contende lo spazio a formiche
E la danza, le risa, il giubilo, che tutto sale
Tutto sale come un canto dissonante
Mamma che dal tuo candore
Ho visto germogliare la rosa
Babbo dalla forte mano carezza
Le labbra serrate di bimbo
Sulla tavola imbandita di niente
Io sono ancora immerso in me
Che la strada pare finire
Ed il confine un dirupo fiammeggiante
Tutto è niente ed il niente è tutto
Sono la rivolta del divenire
O l’assurda straziante via del proseguire
Dalle stelle solo ghiaccio bollente
Dal cielo silenzio opprimente
Ed ecco pare spegnersi la luce
Che già fioca luminava il nero
D’un cielo petrolio buio
Pure la nota sibilante trattiene l’accordo che si forma
Tutto tace, tutto tace
Pure il coro grondante ammutolita voce
Il guitto perso ha il riso
Il saggio non ha di che dire
Dal palco ridondante si è fermata l’orchestra
Il niente come virus avanza
Dal pulpito nemmeno il monaco ha pace
Il niente è nelle mani della gente
Il niente è nelle parole inutili, nei gesti fuori tempo
Il niente è negli occhi del politico petulante
Il niente d’un governo che avanza e dell’altro che s’allontana
Il niente della pace
Il niente della promessa
Il niente dell’acqua
Il niente deserto
Ora in questa ora in cui lentamente mi riconosco
Osservo la mia mano della carezza
Sfioro le labbra dei baci perduti
Mi siedo sull’argine del mio pensiero
E rammento l’amore
Quello dato quello ricevuto
E quello che non ho dato ma che avrei potuto dare
|
||||
14. |
|
|||
Libera la follia
libera la poesia
schiava di catene neuronali
alta a babordo la sinfonica astratta visione
del vuoto assoluto
e la nave prosegue la via
senza mare
fili che reggono il pendolo entropico
che oscilla fermo fermo – stop
Libera la follia
che la via appare distonica
come infranta la via armonica
mondi in dissolvenza
si dissolve
la scena tronfia dell'apparenza
Io egoico egante sospirante alienante
io che appaio specchiato specchio di luce
il dio che produce
scorte su scorte di nulla
Mi sono vestito con scaglie di cielo
in una notte sfarzosa e luminante
lustrini e giubilo dal viso spento e vuoto
del serpente che sorride
astratto nel senso compatto
ma se vivo non lo so
se vivo non lo so
se vivo non lo so
Alienami amore di baci e terrore
alienami amore di mani e stupore
alienami amore di te e di me
alienami amore dal torpore velenoso
Chiedo perdono al grillo
che saltare non può più
tra fili d'erba bruciati
dal chimico debordare di veleno nel mare
perdono chiedo alla formica
perdono chiedo alla zebra
perdono chiedo alla giraffa
perdono chiedo alla sete
che acqua finisce
perdono chiedo
alla tigre del bengala
E mi rivesto con sprazzi di blu
intenso colore
la campagna sparita nel nero
l'industria lavora la pietra
con cuore di pietra
Libera la follia dalla gabbia della mente
dalle sbarre conformiste
del mediocre cammino
dell'assurdo non vedere
che lo schermo non raccoglie il reale dolore
Ed io sono vivo non lo so
sono vivo non lo so
|
||||
15. |
|
|||
Lo sciamano della terra
che alti scopre i canti
del canto dell'ontano
sussurrano le pietre
alla dea del fiume
che ravviva l’orizzonte
questa terra è la mia terra
di granitica memoria
Lo sciamano della terra
che alti scopre i canti
questa terra è la mia terra
dal silenzio circolare
Lo sciamano della terra
che alti scopre i canti
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Moloch Ferrara, Italy
Art. Music. Poetry. MOLOCH is the conjunction point between two artists and their visions. A collaborative work about the concepts of capitalism, humankind, ancient cultures, freedom, with an eastern flavor and a hint of madness. But also a due tribute to great icons, such as Allen Ginsberg and William Blake. Electronic orchestral music meets poetry and words with a strong cinematic result. ... more
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